domenica 8 novembre 2009

Chi siamo o chi vorremmo essere...



Benvenuto lettore, navigante o passante che tu sia,
Siamo due amici, Jack&Danny e questo è il nostro Progetto.

Il pensiero, l'idea, la visione, sono nati in spiaggia, tra una pallonata e l'altra sulla sabbia. Abbiamo l'interesse comune per i libri, ma non solo: per i dialoghi (come li intendevano gli antichi greci), per i pensieri ed i loro a volte intricati sviluppi, per le disquisizioni interminabili...un'orecchia sempre disposta ad ascoltare le opinioni altrui in un mondo grande e vario, multiforme e multicolore, in un mondo sempre in movimento, dove il cambiamento non è un'utopia ma l'innata potenzialità di ogni partecipante a questa immensa giostra...

Jack sarebbe partito l'indomani alla volta del Cile per chissaqquanto, e questo è stato uno stimolo ulteriore per trovare un punto di accumulazione, un filo di continuità per tutti i discorsi ancora sospesi e per tutti quelli non ancora nati....

Capita anche a te, caro ospite, che crescendo ti accorgi che le persone importanti si diradano nel mondo? Che i punti saldi che hanno caratterizzato la tua giovinezza si disperdono come la nebbia mattutina nei primi freddi d'autunno? Si certo, conosci sempre persone nuove, ma il tutto spesso si restringe al solo ambito lavorativo...solo colleghi di lavoro spesso poco interessanti e forse anche un po' snob...lavori freneticamente a testa bassa, mille cose da fare, lo stress, gli impegni, corri corri e corri e...alla fine t'accorgi di non sapere più il perché di quello che stai facendo, dove stai andando, qual è la tua vera dimensione...e allora cominci a rimpiangere il passato, rimpiangi il fatto di esserti lasciato sfuggire un rapporto solo perché preso da mille altre cose...nemmeno il tempo di fermarsi e chiedere: ciao, come stai? Fermati amico mio...rallenta la tua corsa! Bisogna staccare, trovare un muro candido, un velo bianco dove spruzzare le idee, dove imprimere pensieri ed emozioni altrimenti troppo vani e fuggevoli per essere ricordati...un punto d'incontro tra amici o semplicemente tra compagni di pensiero.

In bagno, una sera di un mesetto fa: l'illuminazione! Il nome del blog: "Il TE' DELLE 21". Secondo noi racchiude tutto. E' semplice, è da scoprire, ha milioni di richiami, è amichevole, è "sostenibile", è libero, richiama al parlare attorno ad un tavolo, attorno ad un argomento.
Ma veniamo ai significati più elevati.
Il té. Jack non beve caffé, ma condivide la visione del tè come bevanda conviviale per antonomasia, per astemi e non, per inglesi e indiani, europei e asiatici (e sudamericani?). Quello del tè è un appuntamento fisso, un'abitudine, uno stacco, ma anche un ricongiungimento. Sa di profumato caldo relax.

Delle 21. Hai mai visto Lost, quel telefilm sui naufraghi vittime di un incidente aereo? Hai mai intrapreso un percorso, anche fieramente convinto, ma temendo di diventare un eremita un poco squinternato: un Desmond insomma?? E allora, nei tuoi distacchi spazio-temporali, cerca di trovare il filo che ti unisca a Casa, alla Penelope (Penny) di turno, al tuo necessario punto fisso e immutabile.
Quando io avrò finito la cena (alle 21, ore GMT+1), forse sarà, come all'alba in Ladyhawke, l'istante del ricongiungimento col Jack in Cile (GMT-3 mi pare). E alle 21 sarebbe bello che ti connettessi anche tu, amico mio, in cerca della tua isola, un riferimento immutabile, dopo tanto vagare.
Il dopocena rilassa, ti astrae dall'operosità ossessiva, e poi, cosa c'è di meglio di un rilassante tè, tastiera e libro a fianco, pronti ad un sano tenzone delle idee e delle citazioni?

Caro Desmond, caro ospite, abbiamo due obbiettivi: far maturare il nostro progetto, popolarlo di amighi e amighe che scrivano, scrivano, scrivano e che colmino di pensieri questo nido.

Non abbiamo grandi pretese, non cerchiamo il network sociale, ma un salotto di amici che parlino e pensino
Liber-a-mente.


Da "da qualche parte nella rete", ore 22.00 del 16 novembre 2009.
Jack & Tenente Dan
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lunedì 21 settembre 2009

Versi faticosamente satanici



(
http://it.wikipedia.org/wiki/I_versi_satanici)

Che fatica terminare questo libro!

Caspita, sono solo a 112 pagine dalla fine (su quasi 600...) e ancora non sento di aver scollinato. Beh, definirei scollinare quando, magari dopo un inizio sonnolento e incespicante, si strizza l'occhio all'autore e dantescamente si è traghettati insieme nel viaggio dei suoi pensieri, condividendo sforzi, emozioni, conoscenze e sorprese. Devo dire che per ora di Rushdie mi colpiscono la sopravvalutazione, il disordine, la superba blasfemia di chi ha sparato sul senso comune dei muslims per far breccia nelle librerie occidentali.

La trama è arcigna, i dialoghi interrotti ed inframezzati da pensiero, pensiero del dire, pensiero del fare, fare mentre si pensa, flashback e allegorie irritanti nel voler essere rivelatrici di qualcosa di cui onestamente non ce ne frega molto. Troppi personaggi introdotti, mai o mal ripresi, poco interessanti, irritanti.
Insomma al lettore piace essere coccolato, specialmente se gli si promette un'avvincente storia di antitesi benemale. Il lettore accetta le regole del gioco, accetta le manie e le fantasie assurde, ma va ricompensato di eventi e verità, altrimenti non si impegna nella lezione e sbuffa. E dorme.

Scusate lo sfogo, ma a voi non è mai capitato di misurare lo spessore delle pagine a finire, e prendere il libro più come una sfida a chiuderlo che come un panino ghiotto da divorare a bocconi insonni???



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